INGRESSO GRATUITO

Spettacolo teatrale Donne di Palestina di Irene Carossia

Locandina donne di Palestina Bolgare 15/05/22 ore 16.30

Un delicato e al tempo stesso potente quadro quello creato da Irene Carossia che ha raccolto grandi consensi ovunque e che, nella sua straordinaria dimensione umana ha visto unanimi apprezzamenti per la pienezza del racconto e la bravura delle interpreti.L’ interno di una casa palestinese del villaggio di Taybeh, cinque donne, cinque sorelle che si ritrovano per celebrare un rito nel quale si legge una antichissima storia. L’occasione per donne di raccontarsi dopo anni di separazione permettendo al pubblico di entrare con discrezione , nella dimensione di un popolo deprivato della sua storia e del La fatica dell essere palestinesi, dell essere cristiane, dell essere donne sole ognuna destinata a lotta re per difende re la propria vita ancora prima della dignità del proprio popolo.
Cinque anime inquiete, affrante ma desiderose di ritrovare almeno per un attimo il senso della normalit à dentro ad un legame forte ed indistruttibile, quel lo di sorelle.

Definito pura poesia questo spettacolo permette al pubblico di entrare in punta di piedi in un interno vero ed emozionante per cogliere silenzi e sussurri che altrimenti svanirebbero inascoltati. Vibrante è l omaggio alla storia delle donne nel richiamo all arte antica della scrittura femminile attraverso il ricamo, dove ago e filo per molto tempo hanno sostituito la penna e l’inchiostro negati alle mani delle donne, permettendo di tracciare diari condivisi che ac compagnano ancora oggi la vita quotidiana delle donne palestinesi nei loro abiti ricamati.

Contestualmente sarà presente la mostra fotografica “NAKBA 1948 – La catastrofe”

Una mostra per fare memoria, tra foto e storie vissute dai profughi del 1948.

“La Nakba non deve essere relegata nel passato. Le immagini più recenti provenienti dalla striscia di Gaza confermano l’attualità di questo dramma e ci ricordano che parlare di Nakba vuol dire sempre più parlare della sofferenza quotidiana di uomini e donne privati dei più basilari diritti umani”.

Mentre il 14 maggio 1948 finiva il mandato britannico in Palestina e nasceva lo Stato d’Israele, il 15 maggio 1948 iniziava la Nakba, termine che letteralmente in arabo significa “catastrofe” e corrisponde all’esodo di 700.000 Palestinesi dalla Palestina storica.

Le città palestinesi vennero così distrutte o inglobate nel neonato stato.

Per il popolo palestinese la Nakba corrisponde quindi all’inizio della diaspora. Le atrocità perpetrate dalle forze sioniste obbligarono il popolo autoctono a lasciare tutta la loro vita quotidiana e la loro terra, disperdendosi nei campi profughi tra la Cisgiordania, Gaza e negli altri Stati Arabi.
Nei Palestinesi, forte e martellante è la speranza del ritorno, frutto della sofferenza per il distacco dalla propria terra e l’ansia per la ricerca dei propri familiari.Il “ritorno” diventa anche il tema principale della letteratura palestinese della Nakba, a cui si accompagna una frenetica scrittura per mantenere forte e salda la memoria da tramandare ai figli.

Chi scappò nel 1948 non poté più ritornare. Le case vuote, lasciate con la speranza di potervi fare ritorno e per questo con all’interno cose personali quali vestiti, foto, libri, furono assegnate a “proprietà di assenti” e quindi ai nuovi abitanti della Palestina. Ancora oggi, i Palestinesi conservano con amore, orgoglio e gelosia le vecchie chiavi delle loro case ormai perdute.